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Santuario di Santa Rosalia
Il Santuario sorse su Monte Pellegrino nel 1625 attorno alla grotta dove secondo la tradizione, la Santa visse da eremita e dove furono ritrovati i suoi resti. La facciata della Chiesa si trova a ridosso della parete rocciosa e si raggiunge attraverso una lunga gradinata. La scultura settecentesca della Santa è collocata in un'edicola sulla sinistra della facciata. Ricca raccolta di ex voto. Il culto di Santa Rosalia risale al Seicento, quando una violenta pestilenza, abbattutasi sulla città in seguito all'arrivo di un vascello dalla Tunisia, venne contenuta in seguito ad una processione che portava le reliquie della Santa. |
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All'interno si trovano due altari, un crocifisso in legno risalente al Quattrocento, alcune lapidi e numerosi ex voto. Attraverso una cancellata di ferro si accede alla grotta, profonda quasi venticinque metri, dove vennero trovate le spoglie di Santa Rosalia. In questo ambiente si trova un altare dietro al quale, in una rientranza della roccia, è collocata la scultura settecentesca in marmo dell'Immacolata. In un altro incavo della roccia si trova la testa della Santa, realizzata in marmo. Sulla sinistra vi è una grande teca in vetro che contiene la statua di Santa Rosalia, realizzata nel Seicento da Gregorio Tedeschi, rivestita con una lamina dorata e circondata da ex voto. Il soffitto della grotta è percorso da canaline in metallo per raccogliere l'acqua che esce dalla roccia, ritenuta santa. L'ambiente è illuminato da piccoli fari. Adiacente alla Chiesa si trova il convento che ospita l'Istituto di Opera Don Orione. |
Rosalia, figlia del duca Sinibaldo di Quisquina e delle Rose, nipote per parte di madre di re Ruggero d’Altavilla, crebbe nel XII secolo alla corte dello zio, a Palermo. Era molto bella e suscitava interessi terreni, fra i tanti quello del principe Baldovino, all’epoca ospite di riguardo alla corte di Ruggero. La leggenda narra che, durante una battuta di caccia grossa, sul monte Pellegrino, la montagna sopra Palermo, un leone stava per uccidere re Ruggero; Baldovino, coraggiosamente, lo salvò uccidendo il leone. Re Ruggero chiese a Baldovino di indicare egli stesso un premio per la sua eroica azione, e quest’ultimo chiese la mano di Rosalia, che, in seguito alla proposta di matrimonio, fuggirà gettando nello sconforto la madre, lo zio e l’intera guarnigione di stanza a Palazzo Reale (o dei Normanni).Vissuta per poco tempo alla corte di Ruggero II, in seguito alla morte del re, chiese ed ottenne il permesso di vivere da eremita in una grotta sul monte Quisquina, dove trascorse dodici anni della sua vita. |
Successivamente, si trasferì in una grotta sul monte Pellegrino, dove visse “a vita di contemplazione” fino alla morte. Il suo culto si collega ad un evento particolare accaduto a Palermo in occasione di un’epidemia di peste. Il 7 maggio del 1624, infatti, attraccò nel porto della città un vascello proveniente da Tunisi, sospettato di essere stato contagiato dal morbo. Ben presto era stato dato l’allarme ma il viceré, mal consigliato, si lasciò convincere e fece scaricare dal vascello il carico. Palermo si trasformò in un lazzaretto sotto il cielo. Il resto è leggenda, mito e prodigio. Il miracolo, invece, fu attribuito alle reliquie di Santa Rosalia, le quali, portate in processione, impedirono l’ulteriore diffondersi dell’epidemia. |