Palazzo Branciforti di Butera

	Il palazzo e’ appartenuto ad una delle piu’ potenti famiglie aristocratiche siciliane, quella dei Branciforti principi di Butera, che ne fecero un vero e proprio status symbol del loro prestigio economico e politico. Sorse su un impianto seicentesco nel XVIII secolo. Nel 1730 viene segnalata la presenza di Ferdinando Fuga nei cantieri del palazzo; il non meglio identificato "nuovo camerone", realizzato dall’architetto ando’ distrutto nel 1759 quando un grave incendio devasto’ gran parte dell’edificio, che fu allora quasi interamente rinnovato, forse sotto la direzione di Paolo Vivaldi, architetto ufficiale di casa Butera.
Una folta equipe di marmorari, stuccatori, intagliatori e pittori adornisti partecipo’ alla ridefinizione degli ambienti. Allo scadere del secolo, i lavori di ampliamento e restauro furono eseguiti da Carlo Chenchi e Pietro Trombetta. Dai locali terranei si perviene attraverso lo scalone d’onore al piano nobile. Trovano sfogo nell’ampia terrazza che si affaccia sul Foro Italico i saloni principali, introdotti da una sala rivestita da boiseries con dipinti raffiguranti i possedimenti della famiglia Branciforti.
	La smagliante decorazione a fresco di Gioacchino Martorana, entro architetture trompe l’oeil curatissime, e’ il piu’ brioso e raffinato saggio del gusto rococo’, allineato agli esiti migliori della pittura napoletana del tempo. I soggetti vanno dal mitologico al bucolico. Completano l’arredo delle sale porte dorate e laccate, sovrapposte dipinte con Nature morte di buona mano, gruppi in cera, inseriti entro cornici auree, con raffigurazioni legate al ciclo delle stagioni.

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