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Chiesa di Santa Maria Valverde

Chiesa di S Maria di Valverde

L’originaria chiesa di S. Maria di Valverde, risalente al XIV secolo, era annessa a un convento carmelitano oggi non piu’ esistente. Fu totalmente rinnovata nel 1633 su progetto di Mariano Smiriglio che le conferi’ le attuali forme. Il prospetto fu rifatto nei primissimi anni dell’Ottocento, in stile neoclassico con motivi decorativi veterotestamentari, secondo il disegno dell’abate Mango. Il campanile, articolato su tre ordini, risale al 1730. L’interno e’ un’aula rettangolare con presbiterio semicircolare e coro all’ingresso sorretto da un arcone. Il progetto decorativo fu approntato dal 1694 da Paolo Amato, e quindi da Andrea Palma (1702-1716). Formidabile e’ l’orchestrazione dei marmi mischi, a cui lavorarono maestri locali quali gli Scuto, Carlo Rute’ e Filippo Di Vita. Il tripudio barocco e la seduzione continua di forme e colori nascondono anche un complesso programma didascalico cui era sottesa la fertile erudizione del poliedrico architetto di Cimina. I quattro altari laterali sono fiancheggiati da coppie di colonne tortili. Il primo a destra, dedicato a S. Lucia, fu realizzato nel 1694 da Nicola Musca; accanto, nell’altare dedicato a S. Antonio Abate, era il dipinto di Vincenzo da Pavia, oggi al Museo Diocesano. Nel primo altare a sinistra, della Vergine del Carmelo, e’ esposto un olio su tela settecentesco raffigurante la Sacra Famiglia. Gli ornati con i simboli mariani sono attinti dai due canali iconografici relativi alla Vergine, il Cantico dei Cantici e il libro dell’Apocalisse. 
Opera degli Scuto e’ l’altare del Crocifisso (1699), dove erano medaglioni reliquiari; qui e’ descritta la simbologia della Passione di Cristo.  Tra le cappelle sono cornici mistilinee, contornate da tralci fitomorfi e volute, e putti che tendono scenografici drappi marmorei; sulle mensole sono posti vaghissimi angeli che reggono i simboli dei titolari delle cappelle. Discretamente conservati gli affreschi della zona presbiteriale, in parte assegnati con un punto interrogativo a Guglielmo Borremans. La chiesa, recentemente riaperta al culto, mostra i segni dell’incuria durata piu’ di trent’anni. I danni bellici, la destinazione a usi impropri e ripetuti furti l’hanno pesantemente compromessa.

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